Le relazioni tra esseri viventi e ambiente sono complesse e fragili al tempo stesso. In un mondo in profondo mutamento, garantire la sopravvivenza delle specie e l’armonia dei rapporti tra uomo e natura è diventato sempre più cruciale.
Da anni, la nostra azienda ha iniziato un percorso in linea con i Sustainable Development Goals dell’Agenda ONU 2030, per ridurre l’impatto ambientale della nostra produzione e indirizzare le nostre attività verso una crescita sostenibile.
Uno dei pilastri della nostra azione è il sustainable sourcing, ovvero la selezione di fornitori che rispettino particolari requisiti di equità sociale e sostenibilità dei processi produttivi. Oggi clienti e consumatori finali sono sempre più esigenti e attenti alla responsabilità delle aziende. Al tempo stesso, molte realtà si rivolgono ai paesi in via di sviluppo alla ricerca di manodopera a basso costo e maggiore capacità produttiva.
Se da un lato l’espansione globale delle catene di approvvigionamento rappresenta un vantaggio in termini economici, dall’altro si ripercuote negativamente sulla reputazione delle aziende e sulla salute del Pianeta. L’emergenza climatica richiede un’attenta riflessione e un cambiamento di mentalità da parte dell’industria.
La valorizzazione delle filiere locali, la protezione della biodiversità e la tutela di specie vegetali poco conosciute sono temi che ci stanno molto a cuore: per questo sosteniamo diversi progetti, soprattutto in ambito agronomico, collaborando con Università, centri di ricerca e realtà rurali del territorio. Continua a leggere per saperne di più.
Una delle nostre aree di azione è il sostegno a filiere delle piante officinali in montagna. La finalità di questo impegno è duplice: da una parte ci permette di verificare le proprietà fitochimiche e biologiche delle piante coltivate o raccolte in ambienti incontaminati; dall’altra contribuisce a creare opportunità di lavoro per le comunità montane. In questo modo possiamo limitare lo spopolamento di queste aree e favorire il recupero di antichi mestieri che rischiano di essere perduti per sempre, come quello dell’erborista-raccoglitore.
Il progetto “EkinACT”, in collaborazione con l’Azienda agricola Judicaria officinali di Borgo Chiese (Trento) e l’Università La Sapienza di Roma, risponde a entrambi questi requisiti. Il progetto ha dimostrato che l’echinacea purpurea coltivata ad alta quota presenta un profilo fitochimico particolarmente ricco in polifenoli, tannini e flavonoidi, molecole antiossidanti con importanti azioni biologiche. Questa filiera è alla base della produzione del nostro estratto EkinACT, efficace nel favorire le naturali difese dell’organismo.
La presenza dell’echinacea crea inoltre un habitat ideale per gli insetti impollinatori come api e farfalle, che sono fortemente attratti da questa pianta.
In collaborazione con il Consorzio Castanicoltori di Brinzio, Orino e Castello Cabiaglio e l’Università di Milano, abbiamo partecipato a un progetto di pulizia e valorizzazione delle selve castanili nell’Alto Varesotto.
Gli esemplari di castagno sono stati potati per ridare loro vigoria, preservando però cavità e spazi dedicati all’avifauna. In questo modo, un luogo in precedenza degradato è tornato a essere un naturale patrimonio di biodiversità.
Il progetto ha anche consentito di porre le basi per lo sviluppo di una nuova filiera legata alla raccolta delle foglie di castagno, ricche di principi attivi e usate con proprietà espettoranti e coadiuvanti nel trattamento della tosse.
Insieme all’azienda agricola Il Castagneto e l’Università della Montagna di Edolo, da un anno siamo attivi nella creazione di una filiera corta della caigua per uso nutraceutico.
La caigua è una pianta erbacea rampicante originaria del Perù che possiede proprietà ipolipidemizzanti ed ipoglicemizzanti, utilizzata per produrre il nostro estratto OMEOlipid. Nonostante le sue lontane origini, da almeno un secolo è coltivata in alcune valli lombarde per uso alimentare, dove è giunta in seguito a un’immigrazione di ritorno dal Sud America.
La creazione di una filiera lombarda permetterebbe di evitare il trasporto dal Perù, economicamente dispendioso oltre che poco sostenibile dal punto di vista ambientale, riducendo la carbon footprint della produzione. Un altro aspetto positivo è la creazione di nuovi posti di lavoro legati alla filiera, una vera risorsa per le comunità montane.
A questi tre progetti abbiamo dedicato anche un video: una celebrazione della bellezza della natura e della necessità di preservare il rapporto che ci lega a essa.