Le malattie parodontali rientrano tra le 6 malattie non trasmissibili più diffuse al mondo. In particolare, la gengivite, cioè una lieve infiammazione delle gengive, che, se non curata è prodromica alla più grave parodontite, secondo un’indagine realizzata dall’istituto di ricerca GfK e promossa da GSK Consumer Healthcare, colpisce circa 23 milioni di italiani.
La gengivite è la forma più lieve di malattia paradontale; irritazione, arrossamento, gonfiore e dolore delle gengive quando si mangiano cibi caldi o freddi sono i sintomi più comuni, insieme al sanguinamento e all’alitosi, ma solo il 57% di chi ne è affetto riconosce la propria patologia e si rivolge ad un esperto per curarla.
La gengivite in genere è dovuta ad una scarsa igiene orale e alla mancanza di controlli periodici, ma se non viene trattata prontamente può evolvere verso forme più gravi non reversibili (parodontite), che possono causare anche la perdita dei denti.
Vediamo allora da dove nasce la gengivite: nella mucosa orale, calda e umida, vivono oltre 700 specie di microrganismi, prevalentemente batteri, che si mantengono in equilibrio con l’ospite; questo stato simbiotico è chiamato “eubiosi”. Quando esso si altera per qualsiasi ragione, possono proliferare i batteri “cattivi”, come ad esempio Porphyromonas gingivalis; questi si annidano nella placca, cioè la pellicola che si deposita costantemente sul dente. Per questa ragione è importante spazzolare i denti almeno 2 volte al giorno: l’azione meccanica permette di rimuovere, almeno in parte, la placca e dunque i batteri. Con il tempo quest’ultima si indurisce trasformandosi in tartaro, che si accumula alla base del dente stesso; il tartaro deve essere rimosso da un professionista: da qui l’importanza dei controlli periodici. Se ciò non avviene, la gengiva inizia ad infiammarsi, provocando i sintomi che abbiamo descritto sopra e che possono evolvere fino ad uno stato cronico non più reversibile, detto parodontite.
Parodontite che, come emerge da uno studio del 2021 pubblicato su Frontiers in Physiology (Periodontal Inflammation and Systemic Diseases: An Overview), è anche una fonte potenziale costante di infezione e infiammazione sistemica: nei pazienti affetti da malattia parodontale sono stati infatti osservati livelli più elevati di biomarcatori dell’infiammazione sistemica, come le citochine pro-infiammatorie (TNF-α, IL-1 e IL-6) e la proteina C-reattiva, come risultato della traslocazione microbica dalle lesioni parodontali.
Già da una ricerca del 2012 pubblicata sul Journal of Indian Society of Periodontology (Periodontitis and systemic diseases: A literature review) era emerso come infezioni e infiammazioni causate dalla parodontite possono essere diffuse ad altri organi attraverso il sangue e rappresentare un ulteriore fattore di rischio per disturbi cardio e cerebrovascolari o respiratori, diabete, insulino-resistenza, obesità, artrite reumatoide, osteoporosi, gestosi e nascite premature.
LEGGI ANCHE: Bocca sana per un corpo sano: il legame tra salute del cavo orale e malattie sistemiche
Studi preclinici pubblicati sulla rivista scientifica Foods (In Vitro Antimicrobial and Antibiofilm Properties and Bioaccessibility after Oral Digestion of Chemically Characterized Extracts Obtained from Cistus × incanus L., Scutellaria lateriflora L., and Their Combination) hanno già evidenziato come la combinazione di Cistus incanus L. e Scutellaria lateriflora L. (PLANoràl®) abbia un’azione antimicrobica specifica su P. gingivalis, oltre a ridurre la formazione del biofilm (cioè della placca subgengivale che si forma sul dente all’inizio del processo esaminato sopra) di circa l’80%; effetti promettenti e potenzialmente utili per il trattamento della gengivite.
LEGGI ANCHE: Estratti vegetali di Cistus incanus L. e Scutellaria lateriflora L.: la loro combinazione ha proprietà antimicrobiche e antibiofilm, per la prevenzione delle malattie parodontali
Ora un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nutrients il 16 Marzo 2024 (Efficacy and Tolerability of a Scutellaria lateriflora L. and Cistus × incanus L.-Based Chewing Gum on the Symptoms of Gingivitis: A Monocentric, Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Clinical Trial) conferma la potenziale attività benefica di PLANoràl®. Sotto forma di gomma da masticare, in modo da garantire un contatto prolongato con il cavo orale ed assunta per 3 mesi 2 volte al giorno, ha procurato un miglioramento clinicamente rilevante e statisticamente significativo dello stato gengivale nei volontari che durante lo studio hanno assunto PLANoràl® rispetto al placebo, in particolare rallentando i sintomi associati alla gengivite e arrestando la sua progressione verso la parodontite.
Per saperne di più su PLANoràl®, il nostro estratto secco ottenuto da matrici vegetali identificate mediante DNA barcoding, scarica la nostra brochure.